L' Osteria della Campana

Ricompare nel panorama della città l'insegna della campana che aveva dato nome, fin dal tempo di Ercole 1, al "cantone della campana" in angolo tra Giovecca ed il Borgo dei Leoni. Un'insegna, quindi, che ha lontanissime origini ed una storia che vanno raccontate a chi è ferrarese, a chi viene oggi a Ferrara per uno o per tanti motivi, a chi si pone una o tante domande, ed ambisce ad avere una risposta. Ferrara, fin dai primordi era stata "città lagunare": a meridione delimitata dal Po, a settentrione dalla cortina mura-fossa della Giovecca e proseguendo lungo questa verso nord-est (poi canale Panfilio). Dove la Giovecca finiva, sorgeva la Porta dei Leoni, con omonima robustissima torre (nel 1385 incorporata nel Castello di San Michele). Fuori di porta, stava una campana, che poteva agitare chi verso il tramonto si fosse trovato chiuso fuori e fosse convinto di aver titolo per farsi aprire. in faccia alla porta ed alla torre, quindi "extra foveas' era il Borgo dei Leoni, con la chiesa dedicata a S. Leonardo, un'osteria detta della campana, un convento di frati..screanzati, poche case di povera gente senza più nessuna difesa da parte dei sovrani d'Este. Dopo la sfortunata guerra contro Venezia (1482-1484) il Duca Ercole I aveva avvertito di dover spostare più lontano la difesa muraria, e nel 1492, esposto a nuovi rischi di guerra con "la signora delle lagune", aveva deciso la sua "addizione" urbanistica, su disegni di Biagio Rossetti. Le mura medioevali di settentrione furono abbattute, la fossa della Giovecca colmata di terra trasformata in asse viario, la porta dei leoni demolita, la sua campanella fissata sul "cantone" che ne prese il nome. Quella ch'era stata periferia della città lineare, era diventata cuore della città "radiocentrica"". Chi arrivava a ferrara per farsi ricevere a corte, faceva sosta all'Osteria della Campana, si riassetava per filo e per segno, volendo fare bella figura, e poi entrava in castello. Oppure, chi veniva licenziato dalla corte all'ora di pranzo, senza essere invitato alla tavola coi principi d'Este, si consolava all'Osteria della Campana, si rifocillava fin che voleva, e ne andava via contento. È durato finchè sono durati gli Este, e anche dopo. Proprio li ha avuto sede, al tempo di Ercole II ed Alfonso I1, la stamperia di Vittorio Baldini che firmava preziose opere umanistiche con marchio editoriale della Campana. Un luogo strategico. "cantone della Campana", "stamperia della Campana", "Osteria della Campana". I documenti ne parlano senza incertezze, fino a tutto ottocento. Poi tante cose dappertutto sono cambiate. Nel cantone è sorto negl'anni 20 il palazzo delle assicurazioni, la Campana è stata spostata sulla via Borgo dei Leoni sopra la porta del forno della Campana, dove adesso c'è la sala mostre dell'EFER; l'osteria è stata ristretta in un cortile interno, con locali nell'ombra dei vetusti palazzi Qualche anno fa C'hostaria aveva riaperto battenti, ma con un nome che faceva pensare a cibi piccanti, intrighi, insidie della tavola ingannatrice e della spietata politica. Adesso, finalmente, la nuova gestione recupera e ripropone l'insegna famosa "Osteria della Campana". Un luogo fuori di...strada, appartato e discreto, che inalbera il moto classico "cominus et eminus", quasi profeticamente allusivo a chi viene "da vicino e da lontano per vivere ore di quiete nella ex capitale degli Este, dall'ONU dichiarata "patrimonio dell'umanità". Senza più gli Este potenti e famosi, e senza più i Borgia malfamati ed insidiosi, la storia riprende a camminare all'ombra di un'insegna che ha tanta storia.

Ferrara "Cantone della Campana" Luglio 1997

Dino Tebaldi